27.9.06
Leonardo in navetta
di D.C.

Per prima cosa mi scuso per il ritardo con cui pubblico questo intervento spedito alla redazione di Frenitalia. Dopo tutto, viaggiando anch'io spesso (troppo) in treno, non potevo non essere in ritardo.
Come seconda cosa, ecco un'altra voce dalle rotaie (in memoria anche del periodico delle vecchie e dignitose FFSS):

Egregia redazione di Frenitalia,
vorrei segnalarvi un ulteriore disservizio e presa in giro delle nostre amatissime Ferrovie.
Vorrei premettere che per mia fortuna non abito in Italia e se non sporadicamente non ho quasi mai a che fare con i trasporti italiani. Come migliaia di viaggiatori ogni anno, anche io mi ritrovo ad usare la navetta Leonardo Express che collega in modo diretto la stazione Termini di Roma con l'aeroporto di Fiumicino Leonardo Da Vinci. Per la partenza e l'arrivo di tale navetta Trenitalia ha pensato bene di riservare due binari della stazione Termini. Questi binari hanno il piccolo difetto di trovarsi nel posto più lontano e mal collegato della stazione... insomma il top per chi arriva o parte con bagagli etc (la normalità per chi prende un aereo?).
La distanza dall'entrata principale della stazione ai binari in questione è davvero notevole, tanto che, anche se mai misurata in maniera scientifica, posso senza ombra di dubbio affermare che ben 7 minuti a piedi sono necessari per coprire la tratta ingresso/binari.
Termini poi è dotata di numerose macchinette che fungono da biglietteria automatica... ma anche qui nella maggior parte dei casi o non funzionano o non hanno abbastanza denaro per il resto (senza parlare dello sport preferito dai "furbi": l'accattonaggio aggressivo!).
Ma fin qui potrei ancora soprassedere, pensando che in un paese dove poco funziona non era certamente un obiettivo primario il "confort" dei passeggeri ma la cosa che mi ha letteralmente sconvolto è stato quando ho notato una differenza di prezzi per lo stesso biglietto dello stesso treno navetta!
Mi spiego meglio, se il biglietto per la navetta viene effettuato tramite biglietteria (automatica o meno) il costo di questo si eleva a circa 8/9 euro (ricordi un po' confusi... pardon) ma se il suddetto per mancanza di tempo o altro viene effettuato presso una mini biglietteria (uno stand) vicino al treno il prezzo per miracolo sale a 11 euro! La spiegazione? "è un biglietto in vendita in prossimità del treno" e quindi costa di più.
Chiaramente Trenitalia ha pensato bene di mettere la biglietteria (comprese TUTTE le macchinette) nella hall d'entrata della stazione e NEMMENO UNA all'ultimo binario, distante, ricordo, non meno di 500 metri!
Ora calcolate che la maggior parte delle persone compra il biglietto presso questo stand al punto dal dover fare il più delle volte una fila... il calcolo è presto fatto. Tranitalia RUBA 3 euro ad ogni viaggiatore.
Infine come ciliegina sulla torta, volevo segnalare che per raggiungere l'aeroporto ci sono solamente 2 treni, il suddetto Leonardo Express ed un secondo treno "interno". Bene non mi crederete ma con il primo treno il tempo di percorrenza è di 30 minuti per un costo di 8 (leggi 11) euro con il secondo per la stessa distanza si occupano 24 minuti e 5 euro!
Sicuramente saranno treni diversi, con confort diversi etc etc... ebbene in teoria si in pratica NO. Anche se strutturalmente diversi entrambi i treni posseggono (a mio avviso /ndR) lo stesso standard di confort! Anzi mentre il primo il più delle volte è strapieno e si è costretti a viaggiare in piedi, nel secondo è facile trovare un posto visto che si tratta dei famosi treni a due piani usati per il trasporto "metropolitano".
Ora entrambi i prezzi per percorrere si e no 30 km mi sembrano davvero sproporzionati, visto che qui in Belgio per lo stesso servizio (4 volte migliore) e lo stesso chilometraggio (circa) l'SNCB (la Trenitalia belga) chiede appena 2,80 euro! Tra l'altro i due treni italiani non sono utilizzabili da persone con handicap o simili... mentre quello usato in Belgio si!
... giusto un'ultimissima chicca per poi concludere. Sul retro del biglietto del secondo treno ci sono le solite AVVERTENZE in italiano... ed in inglese direte voi, ebbene no come opzione c'é solo il TEDESCO! Sul primo biglietto invece neppure quello... Ottimo per un servizio destinato ad un aeroporto internazionale!
Insomma, complimenti ancora Trenitalia!
Distinti saluti
D.C.
ps: allego n. 2 foto dei titoli di trasporto in questione

ps2: controllando sul sito di Trenitalia ho notato che il biglietto per il Leonardo Express è stato aumentato a 11 euro quale TARIFFA NORMALE. Immaginate una famiglia di 4 persone.... 44 euro solo per prendere un treno che percorrerà si e no qualche decina di km.





8.9.06
I torni non contano

Soltanto per mia curiosità (e forse anche per farmi del male) ho voluto tenere un rendiconto giornaliero dei ritardi sopportati come pendolare per recarmi al lavoro a Milano da gennaio a giugno di quest' anno. I tempi non sono stati presi "al secondo", ma arrotondati per difetto o per eccesso ai 5 minuti senza barare! Abitualmente utilizzo per recarmi al posto di lavoro (stazione di partenza e di arrivo Casalpusterlengo) il treno 20416 da Piacenza per Milano Greco Pirelli all'andata (partenza ore 7:02 ed arrivo ore 7:52) ed il treno 20431 da Milano Greco Pirelli per Piacenza al ritorno (partenza ore 18:07 ed arrivo ore 18:48): praticamente lo stesso convoglio.

Propongo di seguito la tabella riassuntiva delle mie sventure di utilizzatore dei mezzi ferroviari nei primi 6 mesi di quest' anno, da cui risulta che, su 104 giorni da pendolare (per fortuna ho saltato diversi giorni di viaggio), ho accumulato ritardi per 2015 minuti, pari a 33,5 ore, di poco inferiori ad una settimana lavorativa!



Se a questo aggiungiamo carrozze sporche, talvolta alcune chiuse con moltissime persone in piedi, fredde d'inverno e bollenti d'estate (anche se a questo proposito la media annuale si aggira sui 22 gradi, avendo un'escursione dai 4 gradi medi invernali agli oltre 40 estivi) potete farvi un'idea sulle piacevolezze della vita del pendolare. Non voglio dimenticare gli annunci di ritardi e soppressioni del treno dati con colpevole ritardo (soprattutto alla stazione di Milano Greco Pirelli) quando ormai le alternative meno penalizzanti sono già svanite.

Grazie, Frenitalia, e grazie a chi, dovendo controllare e potendo rimediare, finge che vada tutto per il meglio!

Il mio nome? No, non sono Fantozzi Ugo, ragioniere, anche se, come tutti gli altri sventurati pendolari, potrei chiedere una sorta di gemellaggio!

G.C.

Terranova dei Passerini (LO)

5.9.06
Sessanta e trenta centesimi
Sono arrivato allo sportello della stazione. Faccio la fila: è il primo del mese e parecchi pendolari (sia studenti che lavoratori) aspettano come me di poter rinnovare l'abbonamento per i prossimi trenta giorni. Si sta, con i portafogli alla mano, senza pensare a niente di speciale, con lo sguardo fisso magari sulla fuga di qualche piastrella o sulle scarpe spaziali di qualche altro pendolare.
Arriva il mio turno e dico automatico con le labbra rivolte al microfono fuori uso sul vetro:
- Un abbonamento mensile da ottanta chilometri, per favore.
La bigliettaia dall'altro lato prende il piccolo cartoncino rettangolare e lo infila nella fessura metallica. Io, con la mano pronta ad estrarre la cifra che conosco per abitudine, le chiedo:
- Quant'è?
- Sessanta e trenta centesimi.
- Scusi, ma non erano cinquantotto e cinquanta il mese scorso?
- Sì, ma i prezzi adesso sono aumentati.
- E da quando?
- Da oggi.
- Ah, capisco... Quanto ha detto che era per l'abbonamento?
- Sessanta e trenta centesimi.
- Ma sono aumentati solo gli abbonamenti o anche i biglietti?
- Anche i biglietti.
- Mm.
Passo i sessanta euro e i trenta centesimi nella fessura metallica sotto al vetro avvertendo all'improvviso una schiacciante impotenza nei confronti di situazioni di questo genere. La bigliettaia introversa sta zitta e incassa il denaro.
Giro i tacchi (anche se indosso sempre scarpe basse)e me ne vado smadonnando sottovoce fuori dall'atrio per obliterare quello stupido cartoncino dal prezzo esageratamente esorbitante. Mi sento molto "pecora-nel-gregge".
Salgo poi su una littorina vecchia di trent'anni arrivata in stazione con un ritardo di un quarto d'ora, che puzza di gasolio e scalda come un barbeque in giardino il giorno di ferragosto. E mi chiedo: a cosa sarà mai servito pagare un euro e ottanta centesimi in più se il servizio è rimasto uguale a prima?

Questo succedeva il primo di settembre, venerdì mattina.

Ieri sera, invece, tornavo dal lavoro con il treno n°2245 per Bologna. Arrivato a Monselice alle 18:55 avrei dovuto attendere una ventina di minuti per prendere il treno regionale n°20758 per Mantova delle 19:18. Solitamente il treno è già fermo al binario e non devo fare altro che salire e attendere la partenza. Ieri no. Il treno non c'era e il treno precedente, il n°5580 delle 18:53, era ancora fermo al binario quattro quando avrebbe essere dovuto partire ben prima del mio arrivo. Si attende tutti sulla banchina, ovviamente non c'è nessuna voce agli altoparlanti a dare conforto o per lo meno informazioni sul ritardo. Voci di corridoio affermavano che il treno 20758 era fermo sui binari, rotto, prima della stazione e che quindi la linea (a binario unico) era bloccata per un tempo indeterminato. Il capo del treno 5580 ci fa sapere che nel piazzale della stazione c'è una corriera sostitutiva pronta a partire. Ci dirigiamo tutti verso il mezzo che si rivela essere un piccolo bus turistico probabilmente recuperato a buon mercato da qualche stato dell'ex blocco sovietico. Prendiamo tutti posto all'interno del veicolo sperando e pregando di non impiegare un'ora per percorrere i dieci chilometri di strada statale che a quell'ora sarà densa di traffico. Non appena tutte le terga di tutti si sono appoggiate sui sedili color verdino, sale sul trabiccolo un omino delle ferrovie che ci avverte che il treno al binario quattro, quello dal quale eravamo appena scesi, sarebbe stato pronto a partire. Tutti ci rimettiamo in piedi, di nuovo, terga che si staccano dagli interni del carrozzone, altra transumanza. Il treno delle diciotto e cinquantatrè parte alle diciannove e trenta.
Nella mia testa, mentre la littorina vecchia di trent'anni arranca sui binari, penso ancora a cosa sia servito alzare il prezzo degli abbonamenti e dei biglietti.