26.1.06
L'amore ai tempi di trenitalia
Cara (nel senso economico) Trenitalia,
le scrivo perché questa mattina dovevo usare uno dei vostri treni per andare a Padova. Per essere più precisi, avrei dovuto salire alla stazione di Monselice sul treno diretto n°2952 delle 11:05 da Bologna per Venezia e scendere poi a Padova e lì incontrarmi con la donna che amo. Faccio anche in fretta a partire da casa, prendo scorciatoie molto curve tra i colli per non perdere tempo sulla strada statale intasata da un trasporto eccezzziunale veramente, mi sono accorto anche di avere indossato i calzini alla rovescia per la fretta e per il timore di perdere il treno. Lei mi dirà “ma poteva andare in macchina fino a Padova invece che prendere il treno e fare tutte le cose di corsa, in fondo sono soltanto trenta chilometri” ma probabilmente lei non è informata che nella Civitas Patavina vige la legge delle targhe alterne e che, guarda a volte il caso, la mia macchina è targata dispari quando oggi è un giorno pari. Lei questo non lo sa, altrimenti avrebbe disposto più treni che la raggiungono in quella fascia oraria, anche magari per evitare di intasare troppo le strade statali, dal momento che si parla sempre di più di inquinamento. Comunque, grazie a tutti i miei accorgimenti, riesco ad arrivare in stazione a Monselice con ben dieci minuti di anticipo. Esalo un sospiro di sollievo e mi sistemo al riparo dal vento ad attendere. Guardo il monitor delle partenze come faccio solitamente per scrupolo abitudinario e leggo, senza riuscire a celare la mia rabbia e il mio sbigottimento, che il 2952 ha maturato (come la frutta) un ritardo di 50 minuti. L’appuntamento galante con la mia ragazza è saltato definitivamente e tutto questo lo devo a voi, o meravigliose Ferrovie dello Stato. Grazie.